Introduzione
L’estero nel suo destino, inizialmente forse per opportunità di lavoro poi è diventata una scelta di vita. Roberto De Zerbi non molto tempo fa ha dichiarato di non sentire tutta questa mancanza di tornare a lavorare in Italia come allenatore. Da calciatore muove i primi passi nella primavera del grande Milan ma riuscirà a farsi notare solo nelle serie cadette, alla Ternana in particolare, ma per vincere un trofeo deve emigrare in Romania al Cluj.
Da allenatore parte dalla gavetta fino ad iniziare a far vedere il proprio calcio a Foggia poi Benevento fino all’esplosione al Sassuolo. Da qui inizia il girovagare per l’Europa, prima in Ucraina dove vincerà tutto con lo Shakhtar per poi abbandonare per colpa della guerra. Riparte dal Brighton dopo l’addio di Potter che passa al Chelsea per una cifra monstre di circa 100 milioni tra ingaggio e compenso agli inglesi per liberarlo.
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L’esperienza inglese
Da qui inizia a dividersi la giuria popolare e del settore tra chi esalta come maestro Roberto De Zerbi e chi come lo definisce sopravvalutato, credendo che al Brighton abbia raggiunto la storica Europa League solo grazie al bottino guadagnato dal mister precedente. Maestro o esaltato comunque il tecnico italiano ha uno stile tutto suo e lo stesso Guardiola lo ha proclamato suo successore al Manchester City.
Nel frattempo il tecnico è di nuovo ripartito nel suo giro europeo andando a Marsiglia per riportare il bel calcio e magari trofei dove mancano da anni e provare almeno a contrastare il dominio del PSG. Scopriamo ora la sua analisi tattica nella nuova avventura dell’Olympique Marsiglia di Roberto de Zerbi.
Analisi tattica dell’ Olympique Marsiglia di De Zerbi
Moduli usati
Base: 4-2-3-1
Fase di possesso: 3-2-5/3-3-4
Fase di non possesso: 4-2-4/4-2-3-1/4-4-1-1
Costruzione
Se c’è una fase complessa e fondamentale nel modo di giocate dell’Olympique Marsiglia di De Zerbi è proprio la costruzione. Fondamentale e il segreto del successo cioè quello di attirare più fuori possibile l’avversario per poi aver ampi spazi offensivi per lo sviluppo veloce in verticale, complesso perché prevede il movimento e cambio di posizione di molti interpreti. Il portiere ne è parte importante con i due centrali difensivi e il terzino destro che stringe formando una difesa a 1+3. A questi si aggiungono i due centrocampisti centrali che inizialmente stanno sulla mediana e si muovono molto per ricevere il pallone e scambiare con i difensori.
Il terzino sinistro si alza altissimo oltre il centrocampo come fosse un’ala, sfruttando lo spazio liberato dal movimento dell’esterno alto che si abbassa nel centrocampo per aiutare la risalita. In questa fase la squadra francese effettua un giro palla non velocissimo, con l’obiettivo come detto in precedenza di portare più fuori possibile l’avversario anche fino a dentro la propria area di rigore rischiando qualcosa ma riuscendo poi a sfruttare gli spazi creati nella metà campo avversaria con uno sviluppo verticale
Sviluppo dell’Olympique Marsiglia di De Zerbi
Come anticipato lo sviluppo dell’Olympique Marsiglia di de Zerbi è in verticale sfruttando lo spazio creato grazie alla costrizione e sfrutta tutti gli uomini offensivi che in questa fase sono cinque grazie all’aggiunta di uno dei due centrocampisti assieme ai già presenti trequartisti e punta. La squadra qui aumenta il ritmo e la verticalità dei passaggi sfruttando anche il movimento dei propri calciatori.
Finalizzazione dell’Olympique Marsiglia di De Zerbi
La finalizzazione dei Francesi è ricercata cercando di mettere il compagno solo davanti al portiere o addirittura davanti alla linea di porta. Questo è ricercato tramite scambi stretti centralmente oppure dall’esterno con il terzino che stringe nel lato corto dell’area di rigore per un cross, spesso sul secondo palo, per l’inserimento e l’esterno opposto o arretrato per inserimento di centrocampisti.
Fase di non possesso e transizioni
Nella fase di non possesso l’Olympique Marsiglia di De Zerbi effettua una pressione ultraoffensiva andando alta fino all’area di rigore avversaria per pressare la costruzione avversaria ed indurre all’errore i calciatori. In questo pressing si alza tutta la squadra schierandosi in un 4-2-4. Man mano che la squadra avversaria risale il campo, i francesi si abbassano da prima con un 4-2-3-1 fino alla fase bassa che prevede un 4-4-1-1 o 4-5-1.
Nella transizione negativa i biancocelesti eseguono una contropressione offensiva aggressiva alla ricerca immediata della riconquista del pallone per poi ripartire velocemente in contropiede.
Conclusioni
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