LE PRIME JUVENTUS DI ALLEGRI: LE DUE FINALI DI CHAMPIONS

17.03.2024

Introduzione

C'era una Juventus che nell'ultimo decennio è stata dominante in Italia e che andava a dominare l'Europa, almeno fino alle finali. Strano ma vero, vedendo ora giocare la sua squadra, erano le Juventus di Allegri del 2014/15 e 2016/17.


Le due squadre, seppur vicine nel tempo tra loro, erano diverse sia in campo che di uomini. La prima aveva uno dei centrocampi più forti del mondo con i quattro moschettieri Pirlo-Marchisio-Pogba e Vidal, l'altra aveva invece la forza dell'attacco il suo punto migliore con Dybala-HiguainMandžukić, con il croato reinventato esterno d'attacco.

Partiamo con ordine però esaminando per prima la più lontana nel tempo e quindi la Juventus 2014/15 finalista di Champions contro il Barcelona e forse quella in cui è andata veramente vicina al successo.

Analisi tattica

Quella Juventus si schierava con un centrocampo a rombo che aveva come suo costruttore di gioco Andrea Pirlo e davanti a lui tre calciatori forti sia tecnicamente che atleticamente e con un innato senso dell'inserimento come Vidal-Pogba e Marchisio. In difesa era presente Bonucci, uno che con i piedi poteva fare tranquillamente il trequartista e due signori difensori come Chiellini e Barzagli. Sulle fasce un motorino instancabile come lo svizzero Lichtsteiner e a sinistra un esperto della competizione come Evra. In attacco una delle coppie meglio assortite del momento con Tevez e Morata, che se gli vogliamo fare qualche critica forse non veri goleador.


Costruzione
In fase di costruzione la squadra ricerca il gioco corto, senza buttare mai via palla. L'obiettivo è quello di attirare gli avversari per liberare un uomo tra le linee, di solito Pirlo. 

Se l'italiano è marcato spesso anche Pogba si abbassa come doppio play o addirittura è Bonucci a svolgere il ruolo di regista andando per la costruzione diretta per Vidal o Tevez.

Sviluppo

Nella fase di svilupp ol'obiettivo è quello di cercare un uomo tra le linee di difesa e centrocampo avversari ,prevalentemente Vidal o Tevez, o per eseguire un attacco diretto dietro l'ultima linea avversaria con Morata.

In questa fase è importante anche l'apporto dei terzini che salgono a dare ampiezza alla manovra e al campo, allargando di conseguenza la squadra avversaria e creando spazi per gli inserimenti dei centrocampisti dalle retrovie.

Finalizzazione

Proprio quest'ultima fase dello sviluppo è anche il modo migliore per finalizzare della Juventus di Allegri, che compensa i pochi gol degli attaccanti, eccetto Tevez con 29 realizzando una delle sue stagioni migliori, con i gol dei centrocampisti. Pogba, Vidal, Pirlo, Marchisio e gli altri comprimari chiusero con 32 gol.

I cross prevalentemente arrivano dal fondo e in area di rigore visto la stazza degli attaccanti principali. Differentemente succede se gioca Llorente, con spioventi in area di rigore.

I due attaccanti si dividono gli spazi con Morata che allunga la squadra bloccando i difensori centrali avversari e lasciando la libertà a Tevez di muoversi tra le linee per poi attaccare gli spazi lasciati liberi dagli avversari.

Fase di non possesso

In primis va notata la disposizione tattica, con passaggio al classico 4-4-2/4-1-3-2, durante la fase offensiva degli avversari, Vidal si abbassa accanto a Pogba e Marchisio, con Pirlo più arretrato.

La Juventus inizia la fase di non possesso con pressing ben organizzato e chiamato principalmente da uno dei tre giocatori offensivi, mentre quando l'avversario supera la propria metà campo la squadra difende con l'intero blocco difensivo posizionato dietro la linea della palla.


LA JUVENTUS 2016/17 FINALISTA CONTRO IL REAL MADRID

Introduzione

Sono passati solo due stagioni e la Juventus è di nuovo in finale di Champions League e sempre contro una spagnola, il Real Madrid. LA squadra però è molto diversa sia negli uomini che nel modulo. In squadra ci sono calciatori come Dybala, Higuain e Mandžukić davanti con Pjanic e Khedira a centrocampo. Il blocco difensivo cambia poco se non sulle fasce con il duo brasiliano Alex Sandro e Dani Alves.

Analisi tattica

Costruzione

La Juventus ha affrontato le partita con grande concentrazione, senza timore delle pressioni avversarie, iniziando sempre le azioni dal portiere, sfruttando le grandi qualità tecniche dei suoi calciatori nel giro palla e nelle uscite da dietro palla terra come Bonucci e Pjanic, attaccando gli spazi creati con verticalizzazioni e attacchi in velocità.


In fase di costruzione, Pjanic si abbassa spesso per ricevere palla formando un rombo virtuale con i due centrali e con il portiere. I due difensori esterni difensivi danno ampiezza.

Sviluppo

Un aspetto molto importante nello sviluppo del gioco bianconero con questi interpreti è la posizione che continuamente assume Dybala in campo. L'argentino gioca sempre tra le linee di rifinitura, occupando soprattutto la zona centrale. Dybala nelle uscite da dietro per superare la pressione avversaria si propone venendo incontro dando una soluzione di passaggio in più al possessore di palla, mentre nella metà campo avversaria cerca sempre la posizione migliore per ricevere palla.

Sulla sinistra offensiva gioca Mandžukić. Il croato è fondamentale più nella finalizzazione che in questa fase, dove resta largo in attesa della prossima fase della Juventus.

Dall'altra gioca invece un'ala, spesso anche difensiva come Cuadrado, ma bravissima nel dribbling e a mettere cross in area di rigore.

I terzini si dividono le fasi con il sinistro che spinge fino a fondo campo in sovrapposizione all'esterno offensivo. Il destro invece spinge meno o comunque non fino in fondo avendo davanti un calciatore che già occupa quella zona del campo. Questo uno dei motivi che ha spinto Dani Alves a lasciare i bianconeri ed a polemizzare con Allegri in un'intervista.

Finalizzazione

Le grandi caratteristiche della Juventus sono i movimenti senza palla dei suoi interpreti, gli attacchi degli spazi liberi con attaccanti e Khedira, la capacità di stare sempre in appoggio al possessore di palla, movimenti e contromovimenti tra le linee avversarie, tutto eseguito con ritmi molto elevati che determinano sempre occasioni pericolose.


Altra soluzione sono i cross da destra per Mandžukić che diventa decisivo in questa fase fungendo da fulcro del gioco esterno.

Fase di non possesso

La fase di non possesso è fatta in primis dal sacrificio degli uomini offensivi con Mandžukić e l'esterno destro che rientrano in copertura con i due centrocampisti, formando un 4-4-2 o 4-5-1 in base alla posizione di Dybala.

Sulla costruzione avversaria, quando l'azione inizia dal portiere, la Juve va sempre ad attaccare alta. Quando perde palla nella metà campo avversaria si cerca di attaccare il possessore di palla per far perdere tempi nella giocata, mentre quando la recupera cerca rapide verticalizzazioni attaccando immediatamente la linea difensiva avversaria.