LE PRIME JUVENTUS DI ALLEGRI: LE DUE FINALI DI CHAMPIONS
Introduzione
Le due squadre, seppur vicine nel tempo tra loro, erano diverse sia in campo che di uomini. La prima aveva uno dei centrocampi più forti del mondo con i quattro moschettieri Pirlo-Marchisio-Pogba e Vidal, l'altra aveva invece la forza dell'attacco il suo punto migliore con Dybala-Higuain e Mandžukić, con il croato reinventato esterno d'attacco.
Partiamo con ordine però esaminando per prima la più lontana nel tempo e quindi la Juventus 2014/15 finalista di Champions contro il Barcelona e forse quella in cui è andata veramente vicina al successo.
Analisi tattica
Se l'italiano è marcato spesso anche Pogba si abbassa come doppio play o addirittura è Bonucci a svolgere il ruolo di regista andando per la costruzione diretta per Vidal o Tevez.
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Sviluppo
Nella fase di svilupp ol'obiettivo è quello di cercare un uomo tra le linee di difesa e centrocampo avversari ,prevalentemente Vidal o Tevez, o per eseguire un attacco diretto dietro l'ultima linea avversaria con Morata.
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In questa fase è importante anche l'apporto dei terzini che salgono a dare ampiezza alla manovra e al campo, allargando di conseguenza la squadra avversaria e creando spazi per gli inserimenti dei centrocampisti dalle retrovie.
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Finalizzazione
Proprio quest'ultima fase dello sviluppo è anche il modo migliore per finalizzare della Juventus di Allegri, che compensa i pochi gol degli attaccanti, eccetto Tevez con 29 realizzando una delle sue stagioni migliori, con i gol dei centrocampisti. Pogba, Vidal, Pirlo, Marchisio e gli altri comprimari chiusero con 32 gol.
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I cross prevalentemente arrivano dal fondo e in area di rigore visto la stazza degli attaccanti principali. Differentemente succede se gioca Llorente, con spioventi in area di rigore.
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I due attaccanti si dividono gli spazi con Morata che allunga la squadra bloccando i difensori centrali avversari e lasciando la libertà a Tevez di muoversi tra le linee per poi attaccare gli spazi lasciati liberi dagli avversari.
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Fase di non possesso
La Juventus inizia la fase di non possesso con pressing ben organizzato e chiamato principalmente da uno dei tre giocatori offensivi, mentre quando l'avversario supera la propria metà campo la squadra difende con l'intero blocco difensivo posizionato dietro la linea della palla.
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LA JUVENTUS 2016/17 FINALISTA CONTRO IL REAL MADRID
Introduzione
Analisi tattica
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In fase di costruzione, Pjanic si abbassa spesso per ricevere palla formando un rombo virtuale con i due centrali e con il portiere. I due difensori esterni difensivi danno ampiezza.
Sviluppo
Un aspetto molto importante nello sviluppo del gioco bianconero con questi interpreti è la posizione che continuamente assume Dybala in campo. L'argentino gioca sempre tra le linee di rifinitura, occupando soprattutto la zona centrale. Dybala nelle uscite da dietro per superare la pressione avversaria si propone venendo incontro dando una soluzione di passaggio in più al possessore di palla, mentre nella metà campo avversaria cerca sempre la posizione migliore per ricevere palla.
Sulla sinistra offensiva gioca Mandžukić. Il croato è fondamentale più nella finalizzazione che in questa fase, dove resta largo in attesa della prossima fase della Juventus.
Dall'altra gioca invece un'ala, spesso anche difensiva come Cuadrado, ma bravissima nel dribbling e a mettere cross in area di rigore.
I terzini si dividono le fasi con il sinistro che spinge fino a fondo campo in sovrapposizione all'esterno offensivo. Il destro invece spinge meno o comunque non fino in fondo avendo davanti un calciatore che già occupa quella zona del campo. Questo uno dei motivi che ha spinto Dani Alves a lasciare i bianconeri ed a polemizzare con Allegri in un'intervista.
Finalizzazione
Altra soluzione sono i cross da destra per Mandžukić che diventa decisivo in questa fase fungendo da fulcro del gioco esterno.
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Fase di non possesso
Sulla costruzione avversaria, quando l'azione inizia dal portiere, la Juve va sempre ad attaccare alta. Quando perde palla nella metà campo avversaria si cerca di attaccare il possessore di palla per far perdere tempi nella giocata, mentre quando la recupera cerca rapide verticalizzazioni attaccando immediatamente la linea difensiva avversaria.
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