MOURINHO HISTORY TACTICS: DAL PORTO ALLA ROMA ATTUALE

08.01.2024

La storia

Chi lo vede, sente o guarda giocare le sue squadre degli ultimi anni non può credere alla storia che sto per raccontarvi, come chi lo ha vissuto come me non può riconoscere Josè Mourinho. Lo Special One, soprannome preso dalla sua esperienza Oltremanica, era un "luminario", avanti almeno 10 anni ai suoi colleghi. Mourinho è stato il primo a far spingere i terzini in Premier League e a portare il 4-3-3 in quel calcio dove regnava il 4-4-2 con terzini bloccati che erano ancora visti come difensori e non come ali vere e proprie. Sempre il portoghese e sempre nella sua esperienza al Chelsea è stato il primo a usare due esterni alti invertiti come Robben e Joe Cole.


Quando nel 2002 venne assunto come allenatore del Porto nemmeno i media lusitani credevano in lui e le sue esperienze precedenti sia da giocatore che da allenatore non davano tutti i torti a loro. Mou prima di arrivare al Do Dragao aveva una sola esperienza da capo allenatore al Leira ma di certo non era senza esperienza in panchina. Il portoghese si era fatto le ossa nel Benfica e come assistenze al Barcelona di illustri mister come Koeman e Van Gaal.

In quella stagione vince il suo primo trofeo continentale conquistando l'Uefa Europa League e nella stagione seguente vincerà un'incredibile Uefa Champions League proprio con il Porto. Da li inizia la sua vera consacrazione che lo porterà a vincere tutto e ovunque nel mondo. Chelsea, Inter, Real Madrid, Manchester Utd, Tottenham e infine Roma le sue tappe dove conquisterà alcuni dei suoi record come essere l'unico allenatore ad aver vinto sia la Champions League che l'Europa League più di una volta, per giunta con due squadre diverse e l'ultimo, quello di essere l'unico allenatore al momento ad aver vinto tutte le coppe organizzate dalla UEFA grazie alla vittoria della UEFA Conference League con la Roma. Passiamo adesso ad esaminare tutte le sue analisi tattiche e conseguenti emulazioni tattiche per Football Manager 24.

Record

  • Unico allenatore ad aver vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club vigenti: la Champions League (nel 2004 con il Porto e nel 2010 con l'Inter), la Coppa UEFA/Europa League (nel 2003 con il Porto e nel 2017 con il Manchester Utd) e l'Europa Conference League (nel 2022 con la Roma).
  • Unico allenatore ad aver vinto sia la Champions League che l'Europa League più di una volta, per giunta con due squadre diverse.
  • Detiene il record di vittorie della Coppa di Lega inglese (4) nonché insieme a Ron Atkinson e Ron Saunders quello di 3 finali della competizione raggiunte con 3 squadre diverse (Chelsea, Manchester Utd e Tottenham).
  • Allenatore con la più alta percentuale di vittorie in Premier League: 66% contro il 65,2% di Alex Ferguson e il 63,2% di Carlo Ancelotti.
  • Con 81 vittorie è l'allenatore ad avere vinto più partite in UEFA Champions League dopo Carlo Ancelotti.
  • Detiene il record di 77 risultati utili consecutivi in partite casalinghe di Premier League (dal 15 agosto 2004 con la vittoria del Chelsea contro il Manchester Utd per 1-0 fino al 19 aprile 2014 con la sconfitta del Chelsea contro il Sunderland per 1-2).
  • Dal 23 febbraio 2002 (sconfitta del suo Porto contro il Beira-Mar per 2-3) al 2 aprile 2011 (sconfitta del suo Real Madrid contro lo Sporting Gijón per 0-1), Mourinho ha collezionato una serie di 150 risultati utili consecutivi (125 vittorie e 25 pareggi) in gare casalinghe di campionato, tra Porto (38), Chelsea (60), Inter (38) e Real Madrid (14).
  • Unico tecnico ad aver partecipato con tre squadre inglesi in Champions League (Chelsea, Manchester e Tottenham); in tutte le sue 7 "prime volte" in questa competizione non ha mai perso.
  • In Tottenham-Lipsia del 19 febbraio 2020 ha raggiunto le 150 panchine in Champions League, traguardo raggiunto prima di lui solo da Ferguson, Wenger e Ancelotti.
  • Allenatore ad aver raggiunto più rapidamente, nell'era dei tre punti, le 50 vittorie in Serie A (in 77 gare), in Premier League (63 gare) e in Primera División (62 partite). Inoltre, nei cinque maggiori campionati europei, Mourinho è anche il più vincente in assoluto, con 355 successi davanti ai 340 di Pep Guardiola.
  • FONTE: WIKIPEDIA

Palmarès

Campionato portoghese: 2 

Porto: 2002-2003, 2003-2004

Coppa del Portogallo: 1 Porto: 2002-2003

Supercoppa di Portogallo: 1 Porto: 2003 

Coppa di Lega inglese: 4 :Chelsea: 2004-2005, 2006-2007, 2014-2015 - Manchester Utd: 2016-2017

 Campionato inglese: 3 Chelsea: 2004-2005, 2005-2006, 2014-2015 

Community Shield: 2 Chelsea 2005 - Manchester Utd 2016 

Coppa d'Inghilterra: 1 Chelsea 2006-2007 

Supercoppa italiana: 1 Inter 2008

Campionato italiano: 2 Inter: 2008-2009, 2009-2010 

Coppa Italia: 1Inter: 2009-2010 

Coppa di Spagna: 1 Real Madrid: 2010-2011

Campionato spagnolo: 1 Real Madrid: 2011-2012

Supercoppa di Spagna: 1 Real Madrid: 2012

Coppa UEFA/Europa League: 2 Porto  2002-2003 - Manchester Utd: 2016-2017 

UEFA Champions League: 2 Porto: 2003-2004 - Inter: 2009-2010

UEFA Europa Conference League: 1 Roma: 2021-2022I

Allenatore dell'anno della Primeira Liga: 2 2003, 2004

Allenatore dell'anno UEFA: 2 2003, 2004

Squadra dell'anno UEFA: 2003, 2004, 2005, 2006, 2010, 2017

Allenatore dell'anno IFFHS: 2004, 2005, 2010, 2012

Allenatore dell'anno World Soccer: 2004, 2005, 2010

Miglior allenatore dell'anno El País: 4 2004, 2005, 2006, 2010

Premier League Manager of the Month: 4 Novembre 2004, Gennaio 2005, Marzo 2007, Novembre 2020

Onze d'or: 2005

BBC Sports Personality of the Year Coach Award: 1 2005

Premier League Manager of the Year: 2 2005, 2006

Oscar del calcio AIC: 2 

Miglior allenatore: 2009, 2010

Panchina d'oro: 12009-2010 

FIFA World Coach of the Year: 1 2010

Uomo dell'anno La Gazzetta dello Sport: 1 2010

Miglior allenatore del mondo AIPS: 1 2010Trofeo 

Miguel Muñoz: 2 2011, 2012

Allenatore dell'anno Globe Soccer Awards: 1 2012

Maggior attrazione mediatica Globe Soccer Awards: 1 2012

Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria Allenatore 2022

IL PORTO DI JOSE' MOURINHO


Come già anticipato, il Porto è stata la prima esperienza in panchina di Josè Mourinho da capo allenatore. Mourinho inizia da subito a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza, anche con l'arrivo dal mercato di giocatori della sua ex squadra (il Leira) funzionali al suo gioco. Lo schema era un 4-4-2 diamante che metteva in risalto la qualità e quantità del suo centrocampo formato da uomini come Maniche e il talentuosissimo Deco. Già qui si intravedeva la volontà di far spingere i terzini, volontà poi esplosa definitivamente al Chelsea, per sfruttare i traversoni per Benni McCarthy.

Costruzione

Il Porto campione d'Europa iniziava a far vedere i primi difensori che impostavano con il roccioso e tecnico Ricardo Carvalho, ma parlare di costruzione per quei Dragoni era forse troppo. I Portoghesi infatti preferivano lasciare la palla agli avversari per andare a pressarli e recuperare il pallone per poi attaccarli velocemente sfruttando le intuizioni di Deco e i cross dalle fasce.


Comunque quando la palla era in possesso del portiere si cercava il difensore centrale che con l'aiuto dell'uomo davanti alla difesa muoveva il pallone verso le fasce.

Sviluppo

Come detto in precedenza il Porto cercava lo sviluppo del gioco dalle fasce. In questa fase infatti uno dei due terzini, in base al lato di possesso, saliva con i centrocampisti.


La mente del centrocampo era Pedro Mendes insieme a Deco. Il primo bravissimo nel dettare i tempi delle ripartenze, il secondo fenomenale nel mandare in porta i compagni, al cross o chiudere lui stesso l'azione inserendosi in area di rigore.

Finalizzazione

La finalizzazione della manovra consisteva nel mettere traversoni per le punte dai terzini.


Un altro modo di attaccare la porta avversaria erano le sponde di McCarthy per l'inserimento del compagno d'attacco o dei centrocampisti.

Fase di non possesso

Per tornare al discorso iniziale, cioè di non riconoscere Mourinho, uno degli aspetti era proprio la fase di non possesso. In questa fase il Porto pressava alto l'avversario cercando di riconquistare subito il pallone schierandosi con 4-3-3/4-1-2-3.


Se questa prima pressione non riusciva la squadra si abbassava schierandosi con un 4-1-3-2/4-1-3-1-1

CHELSEA: RECORD, TABU' E INNOVAZIONI

Mourinho, come spesso capitato nella sua storia, lascia il Porto all'apice del successo o forse alla fine del suo ciclo, per passare al nuovo Chelsea milionario di Abramovich. Qui arriva per sfatare il primo tabù che è quello di vincere la Premier League che manca a Stamford Bridge da 55 anni.

Lo Special One non solo riporta il titolo ai Blues ma frantuma tutti i record (del momento) del campionato come per esempio i 95 punti conquistati.

Quel Chelsea, come detto in precedenza, è stata la prima squadra a portare in zona offensiva i terzini e a giocare con un 4-3-3 ed esterni alti a piede invertito. Lo stesso tecnico portoghese rivelò in un'intervista che la scelta di usare quel modulo, cambiando dal suo 4-4-2 diamante usato fino a quel momento, proprio perchè in Inghilterra tutti usavano il 4-4-2 in linea e quindi lui avrebbe avuto sempre superiorità in una zona del campo.

Rosa

Peter Cech: portiere abilissimo tra i pali, uno dei migliori al mondo in quel periodo ma non bravo con i piedi.

P.Ferrira e W.Bridge: Terzini futuristici, bravi sia in fase di spinta che in fase di copertura. Ideali per l'idea tattica di Mou.

R.Carvalho e J.Terry: Una delle coppie difensive più forti del mondo. Unica squadra forse a poter contare di una coppia brava sia in impostazione che in marcatura sull'uomo.

Claude Makelélé: Forse, anche senza forse, in quel momento il miglior uomo davanti alla difesa che ci possa essere. Florentino Perez molto probabilmente, senza ammetterlo mai, ancora si pente della sua cessione a prezzo di saldo al Chelsea perchè nei suoi Galacticos non poteva esserci un calciatore poco tecnico come lui ignorando il fatto che se una squadra fatta di soli attaccanti poteva reggere e vincere, era proprio perchè c'era il francese a fare il lavoro sporco per gli altri. Non è un caso che l'era dei Galacticos sia iniziata a finire dopo la sua cessione.

Tiago: Qualità e quantità al servizio della squadra. Giocatore bravo in entrambe le fasi.

Frank Lampard: Giocatore fondamentale di quella squadra. Attaccante aggiunto con i suoi inserimenti in area di rigore. difensore all'occorrenza e giocatore carismatico e leader silenzioso che è stato capace di essere un capitano senza fascia.

Arjen Robben: Baricentro basso e tecnica sopraffine. Di difficile interpretazione da parte degli avversari e bravo con entrambi i piedi. Impossibile sapere se andasse al tiro o al passaggio per i compagni. Uno dei primi esterni offensivi ad essere usato a piede invertito.

Joe Cole: Giocatore tuttofare, ma ogni cosa e ruolo che interpreta lo fa con classe, tecnica e gamba. Un esterno atipico, capace sia di essere un attaccante esterno che un creatore di gioco di fascia. Se schierato da centrocampista era bravissimo negli inserimenti.

Didier Drogba: Attaccante dallo strapotere fisico e tecnica ottima. Bravo sia a giocare per se che per i compagni. Forte di testa e di piede. Uno dei pochi giocatori capace a vincere una Champions League da solo.

Costruzione

Se al Porto si intravedeva la prima costruzione con i difensori, qui esplode. Terry e Ricardo Carvalho permettevano a Mourinho di gestire il pallone come mai gli era stato reso possibile grazie alla loro tecnica palla al piede e alla loro bravura in fase difensiva.


Il portiere Cech, nonostante fosse uno migliori portieri sulla piazza tra i pali, non era bravo con i piedi quindi non veniva usato se possibile nel giro palla. Di ciò se ne occupavano Terry e Ricardo Carvalho che erano gli incaricati di portare avanti i palloni per smistarli sulle fasce dove i Blues erano più forti tecnicamente e in superiorità numerica grazie ai terzini che si alzano vicino all'esterno.

Sviluppo

Come detto in precedenza, lo sviluppo della manovra era per corsie esterne. In questa fase l'esterno sinistro Robben si accentrava e avvicinava alla punta per fare spazio al terzino che restava largo mentre Joe Cole restava largo fungendo da creatore di gioco. L'inglese però non disdegnava l'inserimenti in area di rigore.


In questa fase fondamentale è anche l'apporto dei due centrocampisti. Il primo Pedro Mendes bravissimo in entrambe le fasi portando sia qualità che quantità. L'altro Frank Lampard, un'attaccante aggiunto con i suoi inserimenti in area di rigore che hanno potato ad una media di 20 gol stagione fino all'apice della stagione 2009/2010 con 27 realizzazioni.

Finalizzazione

Questa fase portava all'essenza lo sviluppo sulle fasce. La ricerca era il cross da parte di terzini o esterni per la punta o gli inserimenti di Lampard.


Un'altra soluzione erano i tiri degli esterni che rientravano dentro al campo sul piede forte per concludere l'azione. In questa fase importante anche il gioco spalle alla porta di Drogba che permette gli inserimenti dei compagni.

Fase di non possesso

In questa fase ne fanno da padrone i due difensori centrali, bravi nelle marcature e Makelele. Il francese era uno scudo quasi invalicabile davanti alla difesa. I suoi movimenti in orizzontale chiudevano tutti i rifornimenti verso gli attaccanti o ad assorbire gli inserimenti dei centrocampisti avversari.

La squadra una volta perso il possesso cercava comunque un contro pressing offensivo alla ricerca di un recupero immediato del pallone per colpire velocemente in contropiede la squadra avversaria. Di solito lo schieramento era un 4-4-2 grazie all'uscita di un centrocampista o un esterno in base alla zona di possesso avversaria.

Se questa pressione non riesce la squadra si compatta nella sua metà campo con un 4-1-4-1.

MOURINHO: L'AMORE PER L'INTER E IL TRIPLETE

Dopo tre stagioni al Chelsea, dopo due mesi dall'inizio della quarta iniziata male per i Blues, Mourinho decide di comune accordo con la società inglese di risolvere il suo contratto. Dopo la sconfitta dell'Inter contro il Liverpool l'11 marzo 2008 Roberto Mancini annuncia, non ufficialmente, che a fine stagione lascerà i nerazzurri, iniziando così i primi rumors e avvicinamenti amorosi tra Massimo Moratti e lo Special One.

Il 2 giugno 2008 Mourinho diventa ufficialmente allenatore dell'Inter. L'amore è a prima vista con società e tifoseria. Meno amore, ma quello è normale nella carriera del portoghese con la stampa, anche se la conferenza stampa di presentazione lascia subito molte chicche mediatiche come il famosissimo "Io non sono un pirla" quando un giornalista dall'accento inglese gli chiese se pensa che Lampard si sarebbe potuto trovare in difficoltà in Serie A.

La sfida era tosta per l'ex Chelsea visto che i nerazzurri venivano da due Scudetti consecutivi e un domini in Italia che durava da anni, quindi per migliorare il suo predecessore dove portare la Champions a Milano, altrimenti al massimo lo avrebbe eguagliato, e per uno con un ego smisurato come lo Special One non era concepibile.

Detto fatto, infatti nella stagione 2009/10 arriva quel triplete che in Italia nessuno era mai riuscito a conquistare, eliminando il Barcelona di Guardiola in una semifinale storica iniziando così quella sfida sulle panchine che segnò il decennio successivo.

I primi anni e la metà di stagione 2010 fu segnata dal classico 4-4-2 rombo di Mourinho, ma è prima degli ottavi di finale di Champions contro il Chelsea, sua ex squadra, che arriva la svolta. Lo Special One, grazie anche all'arrivo di Goran Pandev dalla Lazio, schiera l'Inter con un 4-2-3-1 con due giocatori a fare legna a centrocampo, ma sicuramente con una tecnica superiore alla media come Cambiasso e Thiago Motta, permettendogli di schierare tutta l'artiglieria pesante davanti con Milito, Sneijder, Pandev ed Eto'o, lasciando anche libero di attaccare Maicon sulla fascia destra. Scopriamo ora l'analisi tattica di questo 4-2-3-1 e la conseguente creazione dell'emulazione tattica in Football Manager 24.

Costruzione

La costruzione dell'Inter prevedeva un 3+1 nella quale il giro palla tra i due difensori centrali viene finalizzato con una palla sul lato esterno del campo, dove il terzino porterà palla fino a scaricarlo centralmente o con un lungo linea all'esterno alto.

Eto'o si avvicina a Milito in questa fase permettendo a Maicon di alzarsi, mentre Pandev resta inizialmente più alto con J.Zanetti che resta inizialmente più basso.

Sviluppo

Quando viene finalmente trovato il play o trequartista, i due esterni offensivi ricercano la profondità.

Il terzino del lato palla scatta in avanti prendendo lo spazio lasciato dal terzino avversario che scappa insieme alla sua linea difensiva.

Chiave il posizionamento di Sneijder, il trequartista olandese che agisce sempre in una zona franca tra difesa e centrocampo con l'obiettivo di ricevere in zona avanzata e poter colpire sia verso la porta grazie alle sue grandi doti balistiche oppure innescare il taglio della punta.

Finalizzazione

Milito, Eto'o e soprattutto Sneijder in zona di rifinitura sono maestri nello smarcamento preventivo e nel ricevere il pallone con metri di spazio per colpire. 

I tagli davanti al difensore con cui Milito ha bruciato numerose difese lungo la stagione nerazzurra, così come quelli degli esterni.

Lo schieramento prevedeva un 3-2-2-3 o addirittura 4 davanti in base alla posizione di Maicon.

Terzo fondamentale nell'assetto offensivo nerazzurro è il tiro da fuori dei centrocampisti sempre abili ad accompagnare l'azione. Durante la stagione ricordiamo specialisti come Stankovic, lo stesso Sneijder, Thiago Motta e Cambiasso capaci di trafiggere il portiere avversario con conclusioni da lontano.

Fase di non possesso

La prima linea di pressione è la perfetta combinazione tra un lavoro posizionale di reparto, con due linee a 4 serrate di difesa e centrocampo, e un lavoro di pressione dato da due uomini offensivi (4-4-2) che mira alla fluidità della prima manovra avversaria. L'utilizzo di due giocatori che agiscono sulla cabina di regia avversaria permette inoltre di direzionare la prima pressione verso un lato del campo.

Se questa prima pressione non riesce, la squadra si compatta nella sua metà campo schierandosi con un 4-4-1-1 . Questo assetto composto da 4+2 uomini in area di rigore risulta la chiave con la quale chiudere la saracinesca difensiva.

IL PIANTO DOPO LA FINALE DI MADRID E L'APPRODO AL REAL MADRID

Dopo aver portato l'Inter alla conquista del Triplete il 22 maggio 2010, riportando la Champions in casa nerazzurra che mancava da quasi 50 anni cioè dai tempi del Mago Herrera, si accasa al Real Madrid. Qui inizierà l'era del campionato spagnolo dove i due migliori e più mediatici allenatori del momento allenano le due più grandi squadre del paese, cioè Guardiola al Barcelona e lo Special One alle Merengues, oltre ai due calciatori più forti del momento Messi e Cristiano Ronaldo.


Stagione 2011/2012 , LaLiga viene vinta col record di 100 punti, 2 sole sconfitte, 121 gol fatti, 16 vittorie in trasferta, +89 differenza reti. Vista così la mente va subito ad una stagione di Football Manager o Fifa invece e la stagione reale dei Mourinho al Real Madrid.


Quel Real era una squadra compatta, aggressiva e che imponeva agli avversari un ritmo altissimo sfruttando la verticalità in fase di possesso ed un pressing offensivo in non possesso ma, soprattutto, il marchio di fabbrica di Mou erano le transizioni positive sempre in verticale a servire gli smarcamenti preventivi in profondità dei vari Ronaldo, Benzema (o Higuain) e Di Maria.


L'obiettivo era la ricerca quasi ossessiva della verticalità ma soprattutto dell'ampiezza. Infatti, i due centrali cercano rapidamente gli esterni alti con palla sulla parallela o con cambi gioco cercando le catene laterali o usufruendo di lanci lunghi sul movimento della punta (Benzema o Higuain) che si smarca in profondità tra i 2 centrali avversari.


Inoltre, il team di Mourinho era estremamente organizzato, grazie sia alla metodologia di lavoro importata dall'allenatore portoghese (la cosiddetta Periodizzazione Tattica) sia alla preparazione estremamente analitica e maniacale delle partite.

Periodizzazione Tattica

Giusto aprire una piccola parentesi su questa frase. Periodizzazione Tattica nasce dalla brillante mente del professore Victor Manuel da Costa Frade e meglio conosciuto come Vitor Frade. Questa teoria tattica è portata alla ribalta da molti allenatori portoghesi come appunto Mou, André Villas-Boas, Carlos Queiroz, Paulo Sousa, e Vitor Pereira.

Periodizzazione, poiché vi è la necessità di un periodo di tempo affinché possa realizzarsi il tipo di gioco che si desidera.

Tattica, poiché il gioco è di tipo decisionale e in quanto tale tattico. Le decisioni, individuali o di squadra, possono differenziarsi in funzione dei modelli di comportamento desiderati e per questo motivo non devono essere astratte ma costruite all'interno di una matrice comportamentale pretesa e, di conseguenza, devono essere contestualizzate e specifiche della squadra. In poche parole la familiarità di Fm e la squadra prima dei singoli, o meglio, l'estro singolo deve essere funzionale alla squadra e non fine a se stesso.

Costruzione

La maggior parte delle volte l'azione comincia dai due centrali con gli terzini che si posizionano in linea con i due mediani. I centrali cercano il cambio gioco sul lato debole a trovare gli esterni alti smarcati.

Sviluppo

Il gioco si sviluppa sulle catene laterali soprattutto sulla sinistra dove Ronaldo e il terzino accompagnano spesso l'azione andando in sovrapposizione interna ed esterna.

Finalizzazione

La finalizzazione dell'azione avviene tramite gli esterni che puntano dritti l'area avversaria e vanno alla conclusione specie CR7, oppure cercando un assist per il compagno dal lato opposto.

Un'altra soluzione è l'attacco alla profondità dell'attaccante che però è anche bravo, specie se presente Benzema, a giocare spalle alla porta per i compagni. Discorso diverso per Higuain che sfruttava di più l'attacco alla profondità.


Non finisco qui le soluzioni offensive di quel Real Madrid, perchè le sovrapposizioni di Marcelo sono un fattore con i suoi cross o addirittura la conclusione personale.

Un discorso a parte va fatto per Ozil, giocatore unico in fase di rifinitura, bravissimo nel servire i compagni per mandarli a rete. Nel caso che giocasse Kakà ovviamente, per caratteristiche, l'interpretazione del ruolo cambiava.

Fase di non possesso

In fase di non possesso il Real attua un pressing offensivo cercando di orientare la trasmissione sulle corsie laterali in modo da poter fare densità in zona palla e cercare la riconquista e la transizione immediata sfruttando i velocissimi smarcamenti dei 4 attaccanti.


Se questa prima pressione viene saltata la squadra cerca di ricompattarsi rapidamente dietro la linea del pallone schierandosi con un 4-4-2, con solo Cr7 e Benzema che restano in smarcamento preventivo.


Il concetto fondamentale all'interno del sistema difensivo madridista è l'attacco immediato al portatore una volta perso il possesso, con i giocatori che accorciano in avanti e la linea difensiva che accompagna il pressing si alza di molto a togliere profondità.


MANCHESTER UTD: Il sogno realizzato di prender il posto Sir Alex Ferguson e la coppa europea che mancava

Introduzione

Da quando è arrivato in Inghilterra al Chelsea, ma forse anche da prima visto che è il sogno di ogni allenatore, ha sperato un giorno di prendere il posto di Sir Alex Ferguson al Manchester Utd e dopo molti anni finalmente arriva la sua occasione. Se sia soddisfatto o no del suo trascorso ad Old Trafford non lo sappiamo ma sicuramente non è riuscito ad avvicinare l'epopea dello scozzese, anche se ad essere sinceri pochi al Mondo in ogni squadra può averlo mai fatto.


Josè Mourinho dopo il ritorno al Chelsea si accasa ai Red Devils nel 2016 e e raggiungerà un secondo posto e un sesto in Premier League in due anni, nel terzo è arrivato l'esonero a stagione in corso, ma riuscirà a vincere quella coppa europea che fino a quel momento gli mancava cioè l'Europa League e una Community Shield, perdendo però alcune finali continentali e nazionali. Analizziamo la sua seconda stagione 2017/2018, forse la migliore, nonostante nella prima abbia conquistato la coppa europea e ricreiamo la sua analisi tattica in Football Manager 24.

La squadra chiuderà la stagione al secondo posto dietro al City con un possesso palla medio del 52,4%. Risulta prima per reti segnate da fuori area e seconda per reti segnate di testa. È la terza squadra inglese per dribbling effettuati, con il 72% di successo. Una squadra rapida e veloce nelle sue giocate.

Tra i giocatori più influenti di questa stagione troviamo Lukaku, con 50 presenze, 27 reti e 9 assist risulta il giocatore più prolifico della squadra, e inoltre risulta il giocatore dello United che tocca più palloni nella trequarti avversaria. Gli esterni d'attacco erano importanti per il gioco offensivo di Mourinho, bravi ad inserirsi sulle sponde del belga e a dribblare l'avversario palla al piede quando gli si pone davanti questa possibilità per crossare o chiudere l'azione.

A centrocampo spicca Pogba risulta essere anche il primo per passaggi chiave ed è il centrocampista più incisivo nella fase di sviluppo/finalizzazione dell'azione Reds. Chiudiamo il centrocampo con Matic che non sembrerebbe cosi incisivo nel gioco di Mourinho, ma è solo un'impressione, perché il centrocampista dei Red Devils è quello che effettua più passaggi, ed è anche colui che effettua più duelli difensivi oltre ad intercettare più passaggi di tutti.

I terzini giocano molto alti, sono Young e Valencia. Young è uno dei giocatori che dribbla di più, con propensione al cross sempre verso l'area piccola. Valencia sulla fascia destra spinge in ugual modo, con una percentuale di dribbling molto più bassa del collega terzino, ma la sua propensione a crossare in area è molto alta. 

Il Manchester United scende in campo con un 4-3-3 che in fase di non possesso tende a mutare in un 4-2-3-1.

Costruzione

In fase di costruzione, la maggior parte delle volte, il Manchester effettua un attacco diretto sulla punta Lukaku, il quale tende a spostarsi dalla zona centrale del campo alla ricerca della palla, per effettuare sponde aeree per gli inserimenti degli esterni. Si aggiunge poi il supporto dei centrocampisti, i quali accorciano verso gli attaccanti per sostenere la manovra d'attacco o per recuperare subito la seconda palla.

Sviluppo

In fase di sviluppo si passa quasi sempre dai piedi di Pogba, il quale con le sue giocate è in grado di servire in modo molto preciso i compagni ed è anche in grado di effettuare inserimenti pericolosi, che talvolta portano anche al gol. Il francese è uno degli assi della squadra nei passaggi nella trequarti avversaria, e sviluppa la manovra verticalizzando l'azione.

Gran parte dello sviluppo del gioco dei Red Devils è basato sulle corsie esterne, dove spesso sono i terzini Valencia e Young con le loro sovrapposizioni riescono ad arrivare al cross.

Finalizzazione

La squadra finalizza l'azione in due modi. Nel primo caso Lukaku protegge palla permettendo agli esterni di effettuare inserimenti pericolosi alle spalle dei difensori, sfruttando tutta la loro velocità palla al piede. Quindi spesso e volentieri Lukaku si trasforma in uomo assist per i compagni di squadra, sfruttando molto bene il suo potere fisico e la sua tenacia nella protezione del pallone.


L'altra prevede i cross per Lukaku in area di rigore o per l'inserimento di Pogba e altri centrocampisti a rimorchio.

Fase di non possesso

In fase di non possesso la squadra inizialmente muta il proprio sistema di gioco in un 4-2-3-1, fino ad arrivare ad un 4-5-1 compatto nella propria metà campo, con l'unica punta Lukaku più libero da compiti di marcatura ma con i 4 difensori e i 5 centrocampisti molto corti e compatti. Pogba resta il giocatore predisposto all'uscita sul portatore palla, e in generale è lui il giocatore che ha il compito di svariare la sua posizione in campo.


In fase di transizione negativa il Manchester scappa verso la propria porta. Nella positiva si cerca una rapida ripartenza.

TOTTENHAM, la delusione più grande

Dopo l'esonero al Manchester Utd, Mourinho ci riprova di nuovo e questa volta si accasa al Tottenham nella stagione 2019/20. Gli Spurs arrivano da una stagione deludente, senza coppe europee dopo aver passato anni stupendi sotto la guida di Pochettino anche se sono arrivate più delusioni che successi nelle varie finali giocate.

Lo Special One eredità una squadra a fine ciclo e senza motivazioni. Sembra pane per i denti per Mourinho ma la situazione sembra più drammatica del previsto. Dopo un periodo di assestamento la squadra del Nord di Londra sembra prendere forma e somiglianza del portoghese, pragmatica e compatta sotto la linea della palla, ripartenze fulminanti e possesso palla regalato agli avversari per poi riattaccarlo in contropiede.

Se con le big le cose vanno bene, i problemi però si presentano contro le piccole che non conducono la partita. Con le squadre di mezza classifica infatti, sarà il Tottenham a dover fare la partita e, quindi a gestire il possesso ed è lì che si va in difficoltà, senza un vero e proprio regista.

Il sistema di gioco base adottato dal Tottenham è un 4-2-3-1, con la squadra racchiusa in 30 metri e che fa della densità in zona centrale uno dei propri marchi di fabbrica. Il terzino sinistro è più attento alla fase difensiva ma non disdegna l'appoggio arretrato all'esterno alto. L'altro invece spingerà di più pensando più alle sovrapposizioni e azioni offensive che alla copertura.

Uno dei due centrali difensivi è l'incaricato alla costruzione e lancio lungo, di solito Dier. Il centrocampo è molto fisico con Hojbjerg che da fosforo alla squadra, costruzione elementare ma tremendamente efficace e intelligente tatticamente. Sissoko, anche lui con muscoli e che corre per tre con tecnica non raffinatissima.

Il trequartista è atipico, con Ndombele moto perpetuo tra centrocampo ed attacco, prezioso in rifinitura, nehli inserimenti e nel pressing.

L'esterno sinistro è Bergwijn, dotato di corsa infinita, sia in attacco che per aiutare il terzino in ripiegamento, buona tecnica di base, si applica nella pressione. L'altro è Son, molto cercato dalla squadra per le sue doti tecniche ed aerobiche, tempismo da manuale sugli inserimenti e pregevole anche in fase di ripiegamento.

Kane per sacrificio e qualità nelle giocate, non può non essere considerato il cuore, il cervello e le gambe della squadra.

Costruzione

La fase di costruzione come detto è diretta con la coppia di centrali difensivi che rimane abbastanza bassa. Pochi metri più avanti, i due centrocampisti centrali e i due terzini i centrocampisti. ll trequartista centrale ed il centravanti in zona centrale, mentre gli esterni laterali, posti negli half-space tra terzini e difensori centrali.

Sviluppo

La costruzione è generalmente diretta, con Lloris o Dier che lanciano lungo o per il terzino destro o direttamente per Kane. Il terzino riceve in genere sulla destra, all'altezza della metà campo e, sfruttando la sua elevazione, cerca di servire Son con colpi di testa diretti o attraverso azioni manovrate che vedono coinvolto Kane, che riceve nella zona centrale del campo, all'altezza del cerchio di centrocampo o della trequarti avversaria ed è abile a liberarsi e controllare la palla spalle alla porta, temporeggiando e dando tempo alla squadra di distendersi o ai compagni di attaccare la profondità.


La maggior parte delle azioni manovrate passano da Aurier e Son, che lavorano con ottima intesa. Il terzino è bravo a sfruttare gli accentramenti del sudcoreano per proporsi in sovrapposizione. Un altro movimento codificato è quello di Son in profondità, ad allungare la difesa avversaria: questo libera lo spazio in fascia per il terzino o in zona rifinitura per Kane.

Dall'altra parte, Reguilòn è meno coinvolto nelle combinazioni con Bergwijn e cerca di accompagnare l'azione, più per garantire un appoggio arretrato che per proporsi in sovrapposizione.

Finalizzazione

La finalizzazione dell'azione avviene andando a premiare i tagli profondi degli esterni laterali, serviti con passaggi filtranti sulla corsa fatti con i tempi giusti.

Generalmente, il trequartista laterale sul lato forte si accentra, liberando la fascia per la sovrapposizione del terzino e si posiziona o in prima linea o a ridosso dell'area di rigore. L'esterno sul lato debole, invece rimane largo, con Kane o Ndombele ad occupare il alternanza le posizioni di secondo attaccante centrale e giocatore al limite dell'area. Da sottolineare l'azione dei due attaccanti in zona centrale, che con il loro movimento abbassano i due difensori centrali e creano uno spazio invitante nei pressi del dischetto del rigore.

Quando si arriva sul fondo, di rado si opta per i cross alto o lungo, piuttosto si tende a servire un cross basso per gli attaccanti centrali o l'uomo a rimorchio.

Fase di non possesso

La squadra si schiera con un 4-4-2, dove il quartetto difensivo rimane stretto ed in linea con i terzini. I due centrocampisti centrali davanti alla difesa affiancati dagli esterni laterali che arretrano. Infine, il trequartista centrale che va ad affiancare l'attaccante centrale in prima battuta, poi si posiziona con i centrocampisti a formare un 4-5-1.

Tutti partecipano attivamente alla fase di non possesso, rimanendo compatti sotto la linea della palla.

La Roma: record assoluto di coppe europee e bis sfiorato fino al triste esonero nella stagione 2023/24

Introduzione

La nuova proprietà americana della Roma lo scelse nella stagione 2021/22 per portare a Roma il primo storico trofeo europeo della loro storia giallorossa e della UEFA vista la partecipazione alla prima edizione della Conferenxe League. Detto fatto, infatti Josè Mourinho non si è fatto scappare la possibilità di diventare il primo, ed unico al momento, allenatore a vincere tutte le coppe organizzate dalla UEFA.


La stagione successiva rischia di centrare lo storico bis, vincendo l'Europa League, sarebbe stata la seconda per lui, ma deve cedere ai calci di rigore ai padroni della competizione cioè quel Sevilla che ne ha già vinte sette se includiamo l'antenata Coppa Uefa.

L'amore con i tifosi non è mai mancato nonostante il gioco latitasse e anche i risultati in Serie A, ma purtroppo quello con la dirigenza si. Infatti nel gennaio 2024 arriva l'esonero, forse dovuto anche dalle dimissioni (a fine stagione) del connazionale direttore Tiago Pinto. Chiudiamo quindi questa Mourinho History Tactics con l'emulazione tattica della Roma 2023/24

La delusione per la sconfitta di Budapest sembra ancora nella mente dei reduci di quella finale e neanche il buon mercato, almeno sulla carta, estivo con l'arrivo di Lukaku, Renato Sanches e il ritorno di Paredes tra gli altri. La Roma c giocando con un continua a giocare con un 3-5-2, una formazione che si adatta alle caratteristiche dei giocatori a disposizione dell'allenatore.

Costruzione

Una delle strategie attuate in fase di costruzione della Roma è quella di costruire il gioco dal basso sfruttando i due esterni sulla fascia che si allargano per ricevere palla dai difensori, che a sua volta sono larghi ma difficilmente nella fase successiva accompagneranno l'azione oltre la propria metà campo. Il mediano viene incontro ai difensori centrali, ma è solo un movimento di disturbo per permettere agli esterni di salire.

Sviluppo

Quando la palla è sulla linea di centrocampo, i due attaccanti si abbassano e cercano triangolazioni con i centrocampisti per poi liberarsi e attendere un passaggio sulla trequarti e poi correre palla al piede verso la porta. Gli attaccanti cercano spesso di scendere e triangolare in fase di costruzione a centrocampo, permettendo alle due ali di salire e attaccare la profondità aggredendo gli spazi che gli avversari lasciano liberi per cercare di recuperare palla a centrocampo.


Dybala in questa fase è molto facile trovarlo allargato sulla fascia destra per ricevere palla e puntare la difesa avversaria sul piede forte. Gli uomini di fascia sono i protagonisti di questa fase, cercando sovrapposizioni per andare sul fondo.

In questa fase il protagonista, insieme all'argentino. è il capitano Lorenzo Pellegrini che è la mente e la gamba dei giallorossi, bravissimo a servire i compagni ma anche a crearsi occasioni. L'altro centrocampista è prevalentemente di gamba e rottura dell'azione avversaria.

Finalizzazione

La Roma cerca di finalizzare l'azione con cross dai terzini o il tiro di loro stessi. Altra opzione è il fraseggio stretto tra Lukaku, Dybala e l'inserimento di Pellegrini. Altra possibilità il tiro da fuori area di Dybala o Pellegrini.

Fase di non possesso

In fase di non possesso la Roma attua un primo pressing a partire dalla trequarti avversaria, con l'obbiettivo di recuperare il pallone.


La linea di centrocampo forma una linea piatta e non scaglionata, il modulo in fase di non possesso è un 5-3-2 e i 3 centrocampisti rimangono in linea cercando di coprire gli spazi.

Ai 3 difensori, si aggiungono le 2 ali e vanno a formare una linea difensiva composta quindi da 5 giocatori. Le due ali sono i giocatori che escono per primi mentre i difensori rimangono arretrati in linea. Quindi si notano 2 linee di copertura, una data dal giocatore lato palla che esce in pressing e la seconda delineata dai giocatori rimasti a coprire.