ANCELOTTI HISTORY TACTICS: DAL PARMA FINO ALL'ULTIMO REAL MADRID

02.02.2024

In questo articolo troverete, come in ogni articolo della categoria History come quelli di Conte e Mourinho, troverete tutte le tattiche di Carlo Ancelotti da allenatore, dalla sua esperienza al Parma fino all'attuale Real Madrid. La Reggiana purtroppo per mancanza di materiale ho dovuto saltarla.

Biografia

Carlo Ancelotti  nasce a Reggiolo il 10 giugno 1959 e dopo aver esordito da calciatore al Parma in Serie C, inziia la sua scalata che lo porta alla Roma e poi a vincere tutto con il Milan di Arrigo Sacchi, che indirizzerà anche la sua carriera da allenatore per stile in campo e fuori.

Da allenatore inizia proprio come vice di Sacchi nella Nazionale italiana fino a sciogliere definitivamente il suo cordone ombelicale nel 1995 guidando in Serie B la Reggiana e portandola in Serie A. Da 1996 passa al Parma fino appunto al Real Madrid dove conquisterà anche la "maledetta" Decima. Ma andiamo con ordine e dopo aver elencato il suo Palmarès, che trovate nel link di Wikipedia, passiamo ad analizzare il suo Parma e ricreiamo la sua emulazione tattica per Football Manager 24.

Il 4-4-2 DI ANCELOTTI NEL PARMA DI TANZI: I PRIMO NO AD UN N° 10: GIANFRANCO ZOLA 

Introduzione

Come anticipato in precedenza, Carlo Ancelotti discende dalla dinastia di allenatori formata da Arrigo Sacchi quindi dal modulo 4-4-2 dove il classico N° 10 non esiste. Calisto Tanzi da carta bianca al tecnico emiliano che decide di tagliare subito calciatori del calibro di Asprilla e Stoichkov, quest'ultimo ex Pallone d'Oro, e in futuro anche di Gianfranco Zola per permettere l'arrivo di due attaccanti complementari come Crespo ed Enrico Chiesa, esterni come Stanic e Pedros, e difensori moderni e aggressivi come Zé Maria e Thuram. Nel 1997 addirittura il no a Roberto Baggio, già acquistato in pratica dal suo presidente.

Lo stile come detto è uno stile Sacchiano, quindi improntato su un pressing intenso e sviluppo sulle fasce.

Costruzione

Il Parma si schiera con un 4-4-2 con centrocampo in linea, ma nella fase di costruzione il centrocampo si posizione scaglionato, con uno dei due centrali che si abbassa verso i centrali e i terzini si alzano, così come le due ali.

Sviluppo

Lo sviluppo dell'azione come detto in precedenza avviene con lo sfruttamento delle fasce grazie a terzini di spinta come Benarrivo e Thuram, o Ze Maria, forte anche di una copertura a centrocampo come Dino Baggio e due centrali difensivi come Fabio Cannavaro e Nestor Sensini.

I due esterni sono Strada e Stanic. Il primo bravissimo ad attaccare ma anche a dare copertura, il croato invece un'ala pura che parte dalla linea dei centrocampisti. L'obiettivo è quello di recapitare cross in area di rigore per le due punte.

Finalizzazione

I due attaccanti sono di livello mondiale come Crespo e Chiesa, quindi la finalizzazione dell'azione ricade tutta su di loro. Il primo è bravissimo ad attaccare l'ultimo uomo difensivo dimostrandosi, dopo un inizio difficile, un grandissimo bomber e cecchino dell'area di rigore.


L'italiano invece si è confermato, dopo l'exploit alla Sampdoria insieme a Montella, bravissimo a collegare centrocampo e attacco svariando per il tutto fronte ma infallibile anche davanti porta attaccando la difesa avversaria da lontano con inserimenti fulminei.

Fase di non possesso

La fase di non possesso è anch'essa molto Sacchiana. Molto organizzata e tutti devono partecipare alla fase, a partire dagli attaccanti. La squadra si schiera con un 4-4-2 sia nel primo pressing offensivo, con la linea di difesa in copertura, anche nella propria metà campo la squadra si schiera con la stessa disposizione tattica, compatti e stretti.

L'ERA ALLA JUVENTUS: QUELL'AMORE MAI SBOCCIATO E L'ETICHETTA DA PERDENTE

Introduzione

Dopo il biennio al Parma, dove raggiunge un secondo e sesto posto, passa alla Juventus. L'esperienza a Torino non sarà facile nonostante raggiunga due secondi posti. Il problema è proprio qui perchè alla Juventus, specie in quel periodo, un secondo posto voleva dire fallimento specie se uno arriva nell'acquazzone di Perugia dopo aver perso più di 10 punti vantaggio sulla Lazio nelle ultime giornate.


Da qui l'etichetta di perdente, o meglio, di terno secondo dopo esserci finito per bene tre volte in quattro anni. Etichetta che Re Carlo, si toglierà qualche anno dopo andando a vincere tutto prima con il Milan poi per l'Europa intera, ma quell'odio sportivo per la Vecchia Signora che gli etichettò quell'etichetta ancora resta, tanto da dichiarare che la soddisfazione più grande in carriera è stata la vittoria sulla Juventus nella finale di Champions League vinta con i rossoneri.

Ma questa è un'altra storia. Adesso siamo qui ad esaminare la sue Juventus con la mia analisi tattica e ricreazione dell'emulazione tattica in Football Manager 24.

Ancelotti cambiò il suo 4-4-2 di Parma formato da un centrocampo in linea per passare ad un centrocampo a rombo. L'esperimento infatti, noto a tutti, di cercare di adattare Henry come ala di centrocampo fu fallimentare infatti il francese fu bocciato e ceduto all'Arsenal (dove scriverà la storia prima dei Gunners degli invincibili e poi al Barcelona dove conquisterà la Champions League da protagonista.

Costruzione

La Juventus di Carlo Ancelotti cercava una costruzione dal basso, come di consueto delle squadra sacchiane, con un 4+1 grazie al mediano presente davanti ai due difensori centrali. I terzini si alzano sulla linea dei centrocampisti che si posizionano in modo scaglionato, con uno che resta nel centrocampo e l'altro si alza vicino al trequartista.

Sviluppo

Lo sviluppo della manovra passa centralmente dove ne fa da padrone Zidane. Il francese è bravissimo e legare i due reparti e offrire assist ai compagni nonchè chiudere lui stesso l'azione con progressioni palla al piede o inserimenti.


I terzini spingono per dare ampiezza mentre un centrocampista di incursione come Antonio Conte che cerca l'inserimento senza palla in area di rigore. L'altro centrocampista è un tuttocampista come Edgar Davids, bravo sia con i piedi che nel recupero del pallone.

In questa fase non è improbabile trovare Del Piero tra le linee ad unire i due reparti e anche scambiarsi di posizione con Zidane. L'italiano è bravo anche ad attaccare la linea difensiva da lontano, un pò come Chiesa al suo Parma.

Finalizzazione

Come detto in precedenza, l'attacco è molto simile a quello del Parma, con Filippo Inzaghi al posto di Crespo e quindi anche un modo differente di interpretare il ruolo per caratteristiche personali ma non per questo meno efficace.


L'italiano è un vero rapace d'area di rigore, unico per come gioca attaccando la profondità sul filo del fuorigioco e sull'ultimo uomo avversario. Infatti è così che la maggior parte delle azioni viene finalizzata dai bianconeri.

L'alternativa sono i cross.

Fase di non possesso

In questa fase partecipano 10/11 della squadra. Solo Inzaghi resta in smarcamento preventivo, pronto ad innescare il contropiede.


La squadra si schiera con un 4-1-3-1-1/4-1-4-1, con l'uomo dietro le punte che aiuta il centrocampo, così come la seconda punta.


L'EPOPEA AL MILAN: DAL ROMBO ALL'ALBERO DI NATALE, DA MANCHESTER FINO AD ATENE PASSANDO PER INSTANBUL

Introduzione

Dopo l'addio alla Juventus, il 4 novembre 2001 arriva la chiamata del Milan che esonerava Zaccheroni. Qui Carlo Ancelotti si toglierà in primis l'etichetta da perdente ed eterno secondo addossatogli ai tempi della Juventus e Parma e si toglierà molte soddisfazioni e prenderà rivincite.


In rossonero infatti vincerà una Coppa Italia, una Serie a, una Supercoppa Italiana, due (delle quattro vinte in carriera) Champions League, una Supercoppe UEFA (della quattro record condiviso con Josep Guardiola), 1 (delle tre) Coppa del mondo per club.

L'epopea al Milan si divide in tre momenti, il primo con la Champions vinta a Manchester ai calci di rigore contro la Juventus vinta con un 4-4-2 a rombo similare proprio a quello usato in bianconero, il secondo con la sconfitta clamorosa di Instanbul contro il Liverpool dopo essere stato recuperato a 3-0 nel primo tempo, poi vendicata due anni dopo ad Atene con la vittoria per 2-1. In questi anni invece Ancelotti creò l'albero di natale, con quattro difensori, tre centrocampisti, 2 uomini dietro all'unica punta. L'ultimo momento, il più buio di quest'era, è la gestione del fine ciclo di quella squadra di campioni.

In queste analisi tattiche ed emulazioni in Football Manager 24 mi voglio concentrare sul primo rombo e sull'albero di natale.

Costruzione

La costruzione era come ai tempi della Juventus un 4+1 con Pirlo che veniva a raccogliere i palloni dai centrali difensivi. I terzini si alzavano sulla linea dei centrocampisti.

Sviluppo

Come detto in precedenza lo sviluppo è centrale, con Pirlo libero di inventare o con un lancio preciso per i terzini che spingono molto e danno ampiezza o per l'attacco alla profondità degli attaccanti.


La copertura sulle fasce è data a destra da Gattuso, che copre le zone sterne del campo e da Ambrosini, che oltre a coprirle le attacca con inserimenti offensivi.

La rifinitura per gli attaccanti è data da Rui Costa, un mago degli assist che ha fatto le fortune di attaccanti come Sheva e Inzaghi.

Sheva era bravissimo a legare i due reparti ma anche un goleador quasi infallibile. Inzaghi lo conosciamo già dall'emulazione della sua Juventus.

Finalizzazione

La finalizzazione è in mano ai due attaccanti che vengono serviti spesso palla a terra centralmente, essendo maghi dell'attacco alla profondità. Sheva può attaccare la linea difensiva anche da posizione più arretrata o servire appunto il compagno di reparto.

L'ampiezza dei terzini può portare anche a finalizzare l'azione tramite cross, con gli inserimenti di Ambrosini, bravissimo di testa, che risultano decisivi.

Fase di non possesso

Come per la Juventus, in questa fase partecipano 10/11 della squadra. Solo Inzaghi resta in smarcamento preventivo, pronto ad innescare il contropiede.

Introduzione dell'Albero di Natale ancelottiano

Negli anni dal calciomercato arrivano calciatori sempre più forti come Nesta, Stam, Seedorf e Kakà tra tutti, ma non bisogna dimenticare giocatori protagonisti come Crespo e Gilardino davanti e Oddo e Jankulovski sulle fasce per esempio.

Per cercare di mettere dentro più campioni possibili, nasce nella mente di Ancelotti l'Albero di Natale. Schema così chiamato per per la similitudine con lo schieramento in campo, fatta da 4 difensori, 3 centrocampisti e 2 uomini dietro alla punta.

Per quanto riguarda lo sviluppo dell'azione e il centrocampo poco cambia nel Milan. Quello che cambio è il ruolo dei terzini, sempre di spinta ma con caratteristiche differenti, specie a destra con Oddo e gli uomini davanti. Inzaghi resterà l'uomo d'area, cambia se gioca Sheva che per caratteristiche è più centravanti, e dietro le punte ci sono Kakà che è in pratica un attaccante aggiunto che attacca da lontano e Seedorf.

L'olandese svolgeva un ruolo fondamentale. Doveva partire largo per attaccare la difesa avversaria servendo compagni di squadra o concludendo lui stesso l'azione. In fase difensiva l'ex Inter e Real Madrid deve aiutare il centrocampo abbassandosi sulla sua linea.

Saltiamo le fasi di costruzione e sviluppo che risultano uguali alla versione a rombo appena esaminata e passiamo alla finalizzazione e Fase di non possesso.

Finalizzazione

Come detto nel trio offensivo ci sono stati i cambiamenti più importanti. Via un rifinitore come Rui Costa e dentro un uomo differente come Seedorf. L'olandese è bravissimo nelle due fasi ed oltre ad essere bravo nell'assist è anche un giocatore di gamba e potenza, bravo nel tiro da fuori e negli inserimenti.


L'altro uomo dietro Inzaghi, che oramai conosciamo bene, o Sheva, è Kakà che in pratica è come un attaccante ma che parte da posizione più arretrata. Differente dalla classica seconda punta. Il brasiliano era capace di partire da centrocampo e arrivare palla al piede dentro la porta, sia con il pallone che senza.

Fase di non possesso

La fase di non possesso è differente alla precedente, almeno nel numero di uomini che ne partecipano. Infatti qui sono due gli uomini che restano in smarcamento preventivo ossia la punta e Kakà. Seedorf come detto rientra ad aiutare il centrocampo.

IL CHELSEA: L'INCORONAZIONE A RE CARLO CON LA CONQUISTA DELLA BRITANNIA

Introduzione

Nell'estate 2009 Carlo Ancelotti lascia il Milan e passa al Chelsea, per la sua prima esperienza fuori dall'Italia. L'italiano non sente per niente la pressione e tanto meno il nuovo paese e alla prima partita ufficiale batte il Manchester United ai calci di rigore e conquista la Community Shield. A fine stagione vincerà anche la Premier League e l'FA Cup, mentre in Champions League sarà eliminato ai quarti di finale dall'Inter di Mourinho che conquisterà poi il Triplete.

Nelle due sole stagioni al Chelsea, Ancelotti alternerà due moduli. Il primo molto simile all'albero di natale ma con ruoli diversi dal Milan, il secondo sperimenta per la prima volta il 4-3-3 con esterni larghi e invertiti. Esaminiamo e ricreriamo in Football Manager 24 le due emulazioni tattiche.

Introduzione al 4-3-2-1

Ancelotti al suo arrivo al Chelsea eredita e acquista calciatori come Terry, Lampard, Ballack, Drogba e tanti altri campioni e la sua prima idea è quella di riprovare ad utilizzare l'albero di natale tanto caro a lui. I calciatori funzionali ci sono con gente come il tedesco, l'ex West Ham e Deco per esempio da usare a centrocampo e calciatori come Anelka, Kalou o Joe Cole come attaccanti di supporto all'ivoriano.


Lo stile di gioco, vista appunto la molta tecnica presente in rosa è similare a quella del Milan, ma avendo appunto calciatori diversi, specie a centrocampo, cambierà l'interpretazione del ruolo.

Costruzione

La costruzione è sempre dal basso con un 4+1, ma davanti alla difesa non c'è uno come Pirlo ma bensì uno alla Tacchianrdi (per restare in tema delle sue vecchie squadre) come Essien. I terzini in questa fase sono larghi e allineati al mediano, il centrocampo scaglionato.

Sviluppo

Lo sviluppo dell'azione è sempre centrale con passaggi corti. In questa fase l'ampiezza è data dai terzini, specie a sinistra con Ashley Cole che spinge molto, mentre dall'altra parte c'è un terzino più  bloccato, ma pronto a dare manforte quando si presenta l'occasione, come Ivanovic.

I due centrocampisti sono similari e si dividono le varie zone del campo. Lampard è colui che funge quasi da attaccante con i suoi inserimenti fulminei, Ballack invece è bravissimo a giocare tra le linea e staziona nella trequarti avversaria cercando un assist o un tiro dal limite dell'area che è una sua specialità.


I due uomini dietro la punta sono un attaccante di sostegno, il Kakà del Milan in pratica, e un centrocampista offensivo che sarebbe con le dovute proporzioni e una sua interpretazione del ruolo, Seedorf.

Finalizzazione

Il modo di finalizzare l'azione è simile a quello del Milan, cioè passaggi filtranti per l'attaccante o per gli inserimenti dei centrocampisti.


Proprio l'attaccante, per caratteristiche diverse da Inzaghi o Sheva, interpreta il ruolo in modo diverso. Infatti Drogba è molto più fisico ed è bravissimo anche a giocare spalle alla porta e di sponda per  i compagni. Vista la bravura dell'ivoriano nel gioco aereo, anche il cross è molto ricercato.

Fase di non Possesso

La fase di non possesso prevede la presenza di 9/11, con i due attaccanti in smarcamento preventivo. Al bisogno, quello di supporto potrebbe aiutare il centrocampo.


Il pressing è alto e intenso, cercando di recuperare subito il pallone a riattaccare velocemente la difesa avversaria. Se salta la prima pressione si schiera con un 4-1-4-1 o 4-1-3-1-1.

Il 4-3-3

L'altro modulo usato, specie se cambiano gli interpreti con l'inserimento di Kalou e Malouda su tutti, i due uomini dietro la punta si allargano sulle fasce. Per dare più copertura e fisicità centrale, Ancelotti inserisce anche Obi Mikel insieme ad Essien, che si alza a centrocampo al posto di Ballack interpretando anche differentemente il ruolo.


Come detto oltre a cambiare i ruoli, cambia anche lo stile. In campo c'è più fisico che tecnica, quindi si punta di più al recupero del pallone e pressing intenso, che al possesso. Lo stile infatti passa da un tiki-taka verticale ad un Gegenpress.

I due esterni sono invertiti, bravi nell'assist più che goleador. A centrocampo Essien diventa un centrocampista di quantità. Per il resto non cambia niente dal precedente modulo.


Il PSG: L'ASCESA DEGLI SCEICCHI CHE SACCHEGGIA L'ITALIA E SCEGLIE ANCELOTTI

Introduzione

Dopo qualche mese lontano dalla panchina nel post Chelsea, Ancelotti si diletta come commentatore tv per Sky fino alla chiamata a stagione in corso del PSG. Gli sceicchi neo proprietari del club decino di sollevare dall'incarico Antoine Kombouaré, nonostante il tecnico sia in testa alla classifica a fine girone di andata.


Il tecnico italiano però non riuscirà a fare meglio, anzi si farà recuperare nel girone di ritorno dal Montpellier del bomber nascente Giroud che vincerà la Ligue 1. Re Carlo, così soprannominato dai tempi inglesi, chiude quindi senza nessun trofeo vista l'eliminazione dalla Coppa di Francia contro il Lione.

Nella seconda stagione però il tecnico di Reggiolo si rifarà nonostante non riesca a conquistare la Champions League uscendo seppur imbattuto, visto che uscirà contro il Barcelona per le reti in trasferta con due pareggi. Vincerà quindi la Ligue 1 ma resta maledetta la Coppa nazionale.

L'ex Milan schierò in campo i transalpini con un 4-4-2 di lontana memoria dei tempi alla Juventus, con ovviamente uno stile diverso visti i 10 anni di evoluzione del calcio e ruoli diversi ai giocatori per caratteristiche. In rosa infatti Ancelotti si ritrova mezza Serie A saccheggiata dagli sceicchi che acquistarono Sirigu, Maxwell, Thiago Silva, Verratti, Thiago Motta, Pastore, Lavezzi e Ibrahimovic tra i tanti.

Costruzione

La costruzione è la classica di Ancelotti con un 4+1, grazie a Verratti che si stacca dai due di centrocampo e viene incontro a ricevere il pallone. L'altro centrocampista resta poco più alto.


Davanti, uno dei quattro è Pastore, un trequartista adattato all'esterno del campo ma sempre con caratteristiche di rifinitore/regista. Inizialmente in questa fase partirà largo a destra.

Le due punte sono Ibrahimovic e Lavezzi. In questa fase l'argentino risulterà vicino allo svedese per ricevere un eventuale sponda, mentre nelle prossime fasi lo vedremo fare da collante tra le due linee.

Sviluppo

Lo sviluppo dell'azione come detto avviene dai piedi di Verratti, bravo a servire i compagni vicini o servire quelli più lontani con lanci lunghi perfetti. L'altro centrocampista è uno di gamba, bravo in entrambe le fasi come Matuidi o Thiago Motta.


I due terzini in questa fase spingono molto avanzati in sovrapposizione ai due esterni che si accentrano. Pastore come detto funge da regista avanzato, l'altro è un attaccante esterno bravo ad inserirsi e concludere l'azione.

Lavezzi inizia ad arretrare tra le due linee pronto a ricevere palla e partire palla al piede con la sua velocità a giocare uno-due con i compagni. Ibrahimovic, anche lui bravo sia a giocare spalle alla porta per i compagni che ad attaccare e concludere l'azione luI stesso.

Finalizzazione

Se lo sviluppo passa da Verratti e Pastore, la finalizzazione non può non passare da Ibrahimovic. Lo svedese a potere decisionale se chiudere l'azione o servire i compagni in profondità.


I cross sono l'altra arma decisiva.

Fase di non possesso

L'obiettivo in questa fase iniziale è il pressing alto alla costruzione avversaria alla ricerca di un pallone in zona avanzata. SI schiera con un 4-2-4.


Se questa prima pressione salta la squadra si schiera con 4-4-2/4-4-1-1.


IL REAL MADRID E IL TABU' DECIMA: L'INIZIO DI UN AMORE

Introduzione

Il Real Madrid non vince una Champions dai tempi dei Galacticos, quindi 2001/02 e la Decima sta diventando una maledizione. Per sfatare questo tabù le Merengues si affidano a chi di questa competizione ne è esperto e vicino ad eguagliare il record di allenatori come Ernst Happel, Ottmar Hitzfeld, José Mourinho e Jupp Heynckes, a vincere il trofeo con due squadre diverse.

Eguaglia questo record dopo aver asfaltato il Bayern Monaco di Guardiola in semifinale con un n etto 5-0 totale e vincendo il derby madrileno 4-1. Esaminiamo quindi come giocava il Real Madrid della Decima e ricreiamo in Football Manager 24 l'emulazione tattica.

Costruzione

Il Real Madrid costruisce la sua manovra con un ritmo lento e passaggi in orizzontale tra i suoi difensori e un terzino, Carvajal solitamente che resta basso, mentre l'altro Marcelo si alza molto alto sulla linea dei centrocampisti. Davanti alla difesa staziona il Casemiro che funge da schermo davanti alla difesa.


SVILUPPO

La fase di sviluppo della squadra prevede l'avanzamento anche del terzino che in costruzione era rimasto basso. Il ruolo dei due terzini, specie a sinistra con Marcelo è fondamentale. Proprio nella zona sinistra si sviluppa l'azione del Real con stretti fraseggi e continui scambi di posizione tra il brasiliano e Cristiano Ronaldo per aprire la difesa avversaria. Dall'altra parte la stessa catena è formata da Carvajal e Bale, con lo spagnolo che si sovrappone con meno frequenza e l'azione è tutta nei piedi del gallese che deciderà se crossare o rientrare per chiudere l'azione lui stesso.

Un altro giocatore fondamentale è Modric. Il croato è il fosforo della squadre e del centrocampo. Abile di coprire tutte le zone del campo per inventare a favore dei compagni. L'altro centrocampista è Isco, un trequartista schierato a centrocampo come incursore che trasforma la squadra da 4-3-3 a 4-2-3-1.

Un altro giocatore importante nella fase offensiva è Benzema. L'attaccante franco-algerino è bravissimo sia a giocare per i compagni che per se stesse svariando per tutto il fronte d'attacco. Non per questo però non prova inserimenti da vero centravanti.

FINALIZZAZIONE

L'azione viene spesso finalizzata con il cross in area di rigore con Cr7 che in questi momenti si trova dentro l'area di rigore insieme a Benzema, Bale e gli inserimenti dalle retrovie di Isco.

FASE DI NON POSSESSO

Nella fase di non possesso e costruzione della manovra avversaria, il Real Madrid si porta molto alto con quattro uomini a pressare i portatori di palla grazie a d un centrocampista che si alza sulla linea degli esterni che si allargano, formando un 4-2-3-1. Se questa pressione viene superata, la squadra rientrerà nella propria metà campo schierandosi con un 4-4-2/4-5-1.



IL DOPO GUARDIOLA AL BAYERN MONACO

Nell'estate 2015 siede ufficialmente sulla panchina del Bayern Monaco sostituendo Guardiola. Impresa non facile nonostante lo spagnolo non abbia raggiunto risultati eclatanti ma solo il minimo sindacale per il blasone del club. La difficoltà maggiore sta nel far cambiare stile di gioco ai giocatori viste le differenze tra i due allentore, seppur entrambi vincenti.

Carlo Ancelotti, come il suo predecessore conquisterà il minimo sindacale cioè Bundesliga  Bundesliga e DFB-Pokal ma perdendo solo due partite in campionato e una sola in Champions League ma decisiva contro l'Atletico Madrid in semifinale d'andata e nemmeno il 2-1 casalingo +è bastato, uscendo per i gol in trasferta (regola oramai sparita dalla competizione che per l'italiano è fatale per il secondo anno consecutivo proprio contro una spagnola, Psg-Barcelona)

Scopriamo l'analisi tattica e creiamo l'emulazione tattica in Football Manager 24

Costruzione

La palla parte sempre bassa. Principalmente in fase di possesso il Bayern si schiera con un 2-5-3 molto offensivo. La palla parte da dietro, i due centrali scambiano quasi sempre con il centrocampista di riferimento, o con il terzino.


I due terzini, appunto, avanzano creando una linea a 5 di centrocampo, e in molti casi sono ancora più offensivi, come nel caso di Alaba.

I centrocampisti si propongono in appoggio, in particolare Kimmich sulla destra, scambia con Martinez o con Lahm, e Renato Sanches con Hummels o con Alaba.

Thiago Alcantara rimane come perno di centrocampo, rifinitore ma anche primo uomo a pressare l'avversario in transizione negativa.

Sviluppo

Il Bayern attacca l'avversario sulle fasce, specie a destra con combinazioni terzino-esterno-centrocampista, mentre a sinistra il centrocampista centrale viene coinvolto meno nella manovra ma servirà più come incursore.

Finalizzazione

La finalizzazione dell'azione avviene tramite cross per l'attaccante o esterno opposto oppure sono gli esterni stessi che convergono e chiudono l'azione.

Fase di non possesso

Nei pochi casi in cui il Bayern è costretto a difendere, lo fa con un granitico 4-2-3-1, a turno uno dei due centrocampisti va in posizione di trequartista.


Se salta la prima pressione alta la squadra si schiera con un 4-5-1/4-1-4-1.


L'ARRIVO A NAPOLI CON TANTE, FORSE TROPPE, ASPETTATIVE

Introduzione

Come successo nella precedente avventura al Bayern Monaco, che trovate nell'articolo precedente, Carlo Ancelotti si ritrova a dover sostituire un allenatore con uno stile diverso. Nel primo caso Guardiola, in questo Maurizio Sarri.

Per il Napoli dovrebbe essere la stagione della verità dopo lo scudetto sfiorato con il tecnico napoletano ma purtroppo la squadra alterna ottimo momenti ad altri difficili.


Scopriamo la sua analisi tattica del 4-2-4 e l'emulazione tattica in Football Manager 24.

Costruzione

In questa fase, come classico di Ancelotti, si forma un 4+1 con i due terzini che si alzano nella mediana e un centrocampista viene incontro. Davanti i quattro attaccanti sono allineati.

Sviluppo

In fase di possesso palla i due terzini si alzano sulla linea dei due centrocampisti centrali mentre le due ali Insigne e Callejon raggiungono i due attaccanti formando una linea a 4.

Nel proseguo dello sviluppo spesso vediamo che un attaccante, Mertens, si stacca dalla linea indietreggiando e svariando per il fronte pungendo da trequartista, lasciando il posto agli inserimenti dall'esterno di Insigne.

In alcune situazioni si crea un 4-2-3-1, grazie proprio alla posizione di Mertens.

Finalizzazione

I ruoli delle punte sono molto intercambiabili con Insigne che si posiziona spesso centrale oppure Mertens che viene in fascia a prendere il pallone.


Quando invece il Napoli intravede la possibilità di contropiede, uno degli attaccanti si lancia immediatamente in profondità ricevendo il pallone dai centrali di difesa che hanno appena riconquistato palla.

Un'altra soluzione è la costante di Callejon che rimane largo a destra, tagliando alle spalle dei difensori in caso di cross dalla sinistra. 

Fase di non possesso

La fase di non possesso del Napoli vede la squadra schierata con un 1-4-3-3, con l'esterno sinistro di centrocampo, solitamente Insigne, alto sulla linea delle due punte, andando in pressione collettiva quando il pallone è manovrato dal portiere o dai centrali di difesa avversari.


Una volta che il pallone avanza la squadra si ridisegna su un solido 1-4-4-2, con il rientro del laterale sinistro sulla linea dei centrocampisti.


ANCELOTTI IS BACK, DOPO I SUCCESSI AL CHELSEA TORNA IN INGHILTERRA: L'EVERTON

Introduzione

Dopo una stagione difficile, per entrambi, Carlo Ancelotti decidono di sposarsi. I Toffees dopo due cambi di allenatore nella stagione 2019/20 decidono di ripartire nella nuova con l'ex Napoli. Il tecnico italiano prova a ripartire dopo una stagione difficile in Campania.


Ancelotti parte con il suo classico 4-4-2, non solo cercando di aumentare la combinazione di passaggi corti a ritmi elevati ma anche di sfruttare a pieno le caratteristiche dei suoi giocatori. L'idea del mister è quella di imporre un organizzazione tattica sia in fase di possesso, ricercando il controllo del possesso palla portando molti uomini in fase di finalizzazione vicino all'area di rigore avversaria, sia in fase di non possesso, impostando una squadra molto stretta e compatta con un pressing orientato all'uomo.

Scopriamo l'analisi tattica dell'Everton di quella stagione e ricreiamo l'emulazione tattica in Football Manager 24.

Costruzione

L'idea è la ricerca di una costruzione dal basso costante, fondamentale nel gioco dell'allenatore italiano. Infatti in questa fase si vede spesso il mediano dell'Everton scendere ad impostare in linea con i due difensori centrali. In questo modo, con una linea a tre formata, entrambi i terzini hanno la libertà di salire fino a centrocampo, avendo lo scopo di dare ampiezza alla squadra.

Spetta all'altro centrocampista centrale dare sostegno e appoggio in mediana, muovendosi per tutto il perimetro del centrocampo e fornendo una serie di soluzioni di passaggi alla prima linea per continuare lo sviluppo dell'azione facendo da vertice.

Sviluppo

Grazie ai due terzini che offrono ampiezza alla squadra, Ancelotti ha permesso ai due esterni offensivi di stringere dentro al campo per sfruttare meglio le loro qualità tecniche. Ai tempi era presente Sigurosson che grazie alle sue doti di controllo palla, visione e mantenimento della calma, si rivela una soluzione in più per continuare lo sviluppo dell'azione, infatti molto spesso si abbassa in sostegno della manovra iniziale dietro la prima linea di pressione, appoggiandosi, quando possibile, al terzino della fascia di riferimento.


L'altro esterno, differentemente, tende a rimanere più alto rispetto a Sigurosson occupando gli half spaces, sfruttando così la sua tecnica abbinata alla sua velocità.

Finalizzazione

Come detto in precedenza, la corsa incontro al portatore palla dell'ala islandese è dovuta ad attirare il pressing avversario su di sé, e riuscire a liberare uno spazio centrale potenzialmente attaccabile e pericoloso creando una possibile superiorità numerica. Tutto questo diventa possibile anche grazie al lavoro di Richarlison, attaccante molto mobile e dinamico dotato di grande tecnica e velocità.

L'attaccante brasiliano gioca spesso tra le linee, riuscendo spesso ad essere un'arma in più per sviluppare l'azione, sia dialogando tramite un passaggio con i compagni o sfruttando tramite la triangolazione lo spazio centrale lasciato vuoto dagli avversari.

Il compito dell'altro attaccante è quello di rimanere alto, tenendo impegnata la difesa avversaria e non facendola accorciare. Attacca con il tempo corretto lo spazio non appena la situazione lo richiede.

La salita fino alla trequarti dei terzini permette alla squadra di Carlo Ancelotti di attaccare con cinque uomini la linea difensiva avversaria. I terzini sono prettamente orientati alla fase offensiva cercando di scardinare e rompere l'equilibrio di una linea difensiva avversaria compatta, rimanendo larghi e dando ampiezza alla squadra. Si va a formare uno schieramento di 3-1-5-1.

Fase di non possesso

l'Everton inizia la sua fase di non possesso con un 4-4-2 con i due attaccanti che formano la prima linea di pressione, che fanno in modo di bloccare ai difensori tutti gli scarichi in verticale ai mediani o ai giocatori tra le linee, in modo tale da indirizzare l'avversario a giocare su entrambi i lati del campo.


Nel momento in cui l'avversario riesce a superare la prima linea di pressione avversaria e a sviluppare l'azione, diventa compito della seconda linea effettuare un pressing alto e aggressivo con il fine di recuperare palla e ripartire. Molto importante in questo caso il lavoro dei due mediani che sono sempre ben posizionati e scaglionati.

La linea difensiva in fase di non possesso rimane alta cercando di accorciare il più possibile con il reparto davanti a loro.